TANTRA
Il Tantra è un testo sacro indiano del V secolo A.C., che in forma di dialogo amoroso tra Siva e Devi, Maestro e Discepolo, Principio Maschile e Principio Femminile, espone 112 tecniche di meditazione.
1° PUNTO – La parola Tantra significa tecnica, metodo, sentiero. E’ dunque un metodo scientifico, non intellettuale o filosofico
Il Tantra non si occupa del perchè delle cose, si occupa del come, non di cosa sia la verità, ma di come la verità possa venir raggiunta.
Questa è la differenza fondamentale tra filosofia e scienza. La filosofa si chiede “perchè quest’esistenza?”. La scienza si chiede: ”Com’è quest’esistenza?”.
Nel momento in cui ci si pone la domanda: “Come? “Il metodo, la tecnica diventano importanti! Le teorie diventano insignificanti.
L’ESPERIENZA DIVENTA IL CENTRO.
Per poter comprendere il Tantra dunque non è sufficiente usare la “mente”, non è sufficiente un approccio filosofico, è necessaria l’esperienza, un cambiamento. La testa da sola non basta, il Tantra ha bisogno della totalità dell’individuo. E’ una sfida profonda. che necessita un approccio differente, un atteggiamento differente, una mente differente.
Qualsiasi domanda può essere affrontata in due modi: filosoficamente o totalmente, intellettualmente o esistenzialmente.
Essere filosofici, essere dogmatici, essere dottrinali è più semplice. Affrontare un problema intellettualmente è molto facile; ma affrontare il problema esistenzialmente – non solo riflettendovi, ma vivendolo completamente, attraversandolo, permettendo di essere per mezzo di esso trasformati – è difficile.
Per conoscere l’amore si deve essere innamorati. E quest’esperienza cambia. Nel momento in cui si incontra l’amore, ci si avvicina come una persona, ma dopo quest’esperienza esisterà una persona diversa.
Così opera il Tantra l’uomo vecchio è morto e l’uomo nuovo è arrivato. Questo è noto come “rinascita”, ovvero essere nati due volte.
II Tantra non risponde alle domande, al contrario dà una tecnica, un metodo per ottenere le risposte che si cercano.
E’ una scienza che si occupa dei problemi, dell’uomo e della sua esistenza.
2° PUNTO – Il Tantra è un tipo di linguaggio diverso.
Tutti i trattati tantrici sono dialoghi tra Siva e Devi; Devi domanda e Siva risponde. Tutti i trattati tantrici iniziano in questo modo. Perchè? Perchè questo metodo?
Non è un dialogo tra maestro e allievo: è un dialogo tra due amanti.
Con questo il Tantra indica una cosa molto importante: che gli insegnamenti più profondi non possono venire impartiti se non esiste amore fra i fra il discepolo e il maestro.
E’ quindi un linguaggio d’amore: il discepolo deve essere in un atteggiamento d’amore.
Il Tantra afferma che un discepolo deve trovarsi quindi in uno stato di ricettività femminile. Ovvero avere nell’essere più profondo una ricettività simile a un grembo, in grado al tempo stesso di ricevere, ma anche di diventare parte del suo corpo.
Nella maternità iI bambino non viene solo ricevuto, il corpo femminile diventa creativo, ii bambino comincia a crescere.
Un discepolo ha bisogno di una ricettività simile a quella del grembo. Tutto quello che viene ricevuto non deve essere raccolto come un sapere morto, deve crescere dentro, diventare parte di sè.
DEVE CRESCERE!
Questa crescita cambierà, trasformerà colui che la riceve.
Nel Tantra dunque Devi una domanda e Siva che vi risponde. Devi è la consorte di Siva, la sua parte femminile.
Oggi la psicologia moderna, particolarmente la psicologia del profondo, afferma che l’essere umano è sia uomo che donna: nessuno è puramente maschio e nessuno è puramente femmina. L’essere umano è bisessuato. Entrambi i sessi sono presenti.
Questa è una scoperta molto recente in Occidente, ma per il Tantra è stato uno dei concetti fondamentali per migliaia di anni. Alcune figure di Siva lo rappresentano come arhanarisvara, mezzo uomo, mezzo donna. Perciò Devi non è solo una consorte: è l’altra metà di Siva.
ameno che un Un discepolo deve dunque diventare l’altra metà del maestro perchè possa ricevere insegnamenti, gli più elevati, i metodi esoterici. Uno assorbe; uno diventa grembo. L’insegnamento comincia a crescere e si trasforma.
Ecco perchè il Tantra viene raffigurato come un linguaggio d’amore.
Vi sono però due tipi di linguaggio: il linguaggio d’amore e il linguaggio logico; fra i due esistono differenze fondamentali.
Il linguaggio logico è aggressivo, polemico, violento, egocentrico: “lo ho ragione e tu hai torto”. Non mi preoccupo di “voi” mi preoccupo del mio “io”: il mio “io” ha sempre ragione.
Il linguaggio d’amore è totalmente diverso. Non mi preoccupo del mio “io”, mi preoccupo di “voi. Mi preoccupo di aiutarvi; è compassione l’aiutarvi a crescere, l’aiutarvi nella trasformazione, l’aiutarvi a rinascere.
In secondo luogo la logica è sempre intellettuale: sono importanti i concetti, i principi, sono importanti gli argomenti. Con il linguaggio d’amore non è molto importante cosa viene detto, ma il modo in cui viene detto. II contenitore, la parola, non è importante. Il contenuto, il messaggio, è più importante: è un messaggio da cuore a cuore, non è una discussione da mente a mente. Non è un dibattito: è una comunione.
Quando si ama profondamente, la mente sa di esistere. II passato non esiste, solo il momento presente diventa ogni cosa. Quando si ama, il presente è il solo tempo. L’adesso è tutto -non c’è passato, non c’è futuro.
Devi è semplicemente aperta, non vi sono difese, nulla da rimuovere, nulla da distruggere. II terreno è pronto, disponibile, ricettivo, chiede di essere fecondato, si deve solo lasciar cadere un seme.
Le scritture sono logiche: si deve proporre, difendere, argomentare. Qui non ci sono dispute: sono semplici affermazioni d’amore.
3° PUNTO – Le stesse parole Vijnana Bhairava Tantra significano la tecnica per andare al di là della coscienza.
Vijnana significa coscienza, Bhairava significa lo stato al di là della coscienza e Tantra significa metodo, metodo per andare al di là della coscienza.
L’essere umano è incosciente, perciò tutti gli insegnamenti religiosi si preoccupano di come andare oltre lo stato di incoscienza, di come essere coscienti.
Il Tantra invece afferma che esiste una dualità: inconscio: e conscio. Se ci si muove dall’incoscienza alla coscienza ci si muove da una dualità a un’altra, mentre bisogna muoversi al di là di entrambe per poter raggiungere il Supremo.
Non bisogna essere né incoscienti né coscienti, bisogna semplicemente essere!
Questo è andare oltre lo Yoga, andate oltre lo Zen, andare oltre tutti gli insegnamenti.
Lo stato di un Bhairava significa che si è diventati amore, non amanti, si vive sulla vetta.
La vetta è diventata la dimora.
Il Tantra è la tecnica per poter rendere questa vetta altissima accessibile, oltre la dualità, oltre l’incoscienza, oltre la coscienza, oltre il corpo e oltre l’anima, oltre il mondo e il cosiddetto Moksa (liberazione).
Il tantra però è tecnica pura, per cui sarà difficile da capire. Prima bisogna cercare di capire le domande, ciò che Devi domanda. “O Siva, qual’è la tua realtà?”. Perchè questa domanda?
Devi è in uno stato di profondo amore. Quando ci si sente così, per la prima volta si incontra la realtà interiore.
Siva non è la forma, Siva non è il corpo. Quando si è innamorati, il corpo dell’amato cade, scompare. La forma non esiste più; e il senza forma si rivela.
Si è di fronte a un abisso. Ecco perchè si ha tanta paura dell’amore.
Si può affrontare il corpo, un volto, una forma: ma si ha paura di affrontare un abisso.
Se si ama qualcuno realmente i corpo dell’amato scompare.
In alcuni momenti di acme, culminanti, la forma si dissolverà e tramite l’amato si penetrerà nel senza forma.
Perciò questa domanda non è semplice curiosità: “O Siva qual’e la tua realta?”.
Devi si deve essere innamorata della forma, ma una volta che l’amore è maturato che l’amore, l’uomo è scomparso: è diventato senza forma. Ora non si trova più da nessuna parte.
Devi deve sentirsi sconcertata. Siva è sparito, scomparso. Quando l’amore raggiunge il suo culmine, l’amato scompare. Perchè questo avviene? Questo avviene perchè in realtà ognuno è senza forma. Quando si vede qualcuno dall’esterno, è un corpo. L’amore penetra all’interno, allora non si vede più la persona dall’esterno. L’amore può vedere una persona come la persona vede se stessa dall’interno. La forma allora scompare. Entra nel Senza Forma.
Ogni essere umano è un’esistenza senza forma, non ci si conosce direttamente, bensì tramite gli occhi degli altri: tramite lo specchio.
Se non ci fosse lo specchio come si potrebbe conoscere il volto?
Se non ci fosse lo specchio non ci sarebbe alcun volto.
L’essere umano si conosce solo tramite gli altri, e gli altri possono conoscere solo la forma esterna: ecco perchè ci si identifica con essa.
Rinzai, un monaco Zen, raggiunse la sua illuminazione, e la prima cosa che disse fu: “Dov’è il mio corpo? Dov’è andato a finire il mio corpo. E cominciò a cercare. Chiamo i suoi discepoli e disse: “Cercate di scoprire dove sia il mio corpo, ho perso il mio corpo. Era entrato nel Senza forma.
Hui-hai, un altro mistico Zen, era solito dire ai suoi discepoli: “Quando meditando avete perso la testa, venite da me immediatamente. Quando cominciate a sentire la testa che non c’è più, non abbiate paura; venite da me immediatamente: questo è il momento giusto. Ora vi si può insegnare qualcosa”.
Con la testa nessun insegnamento è possibile: la testa interferisce sempre.
Devi, domanda a Siva: “O Siva qual’è la tua realtà? Chi sei?”. La forma è scomparsa: di qui la domanda. Nell’amore, si entra nell’altro e ci si identificate in lui.
Si diventate uno e per la prima volta si conosce un abisso – una presenza senza forma.
Ecco perchè per secoli non è mai stata creata nessuna immagine o cultura di Siva. Si è scolpito solo lo Sivalinga, il simbolo.
Lo Sivalinga è semplicemente una forma senza forma. Quando si ama qualcuno, egli diventa solo una presenza luminosa. Lo Sivalingua è solo una presenza luminosa, solo un’aura di luce. Ecco perchè Devi domanda. Qual’è la tua realtà? Che cos’è questo universo pieno di meraviglia? Tutti conoscono l’universo, ma lo conoscono come pieno di meraviglia. I bambini lo conoscono, gli amanti lo conoscono. A volte lo conoscono anche i poeti e i pazzi. Per tutti gli altri il mondo è semplice ripetizione -nessuna meraviglia, nessuna poesia -semplice prosa piatta.
L’intero universo sembra meccanico. L’universo è spiegato, può essere spiegato: Allora il vostro approccio è scientifico. Non è INCONOSCIBILE. L’universo diventa inconoscibile, un mistero, solo quando gli occhi sono pieni di meraviglia. Devi dice: “Che cos’è questo universo pieno di meraviglia?”. E all’improvviso c’è un salto da una domanda molto personale a una domanda molto impersonale. Chiedeva: “Qual’è la tua realtà?” e poi improvvisamente: “Che cos’e questo universo pieno di meraviglia?”. Quando la forma scompare, l’amato diventa l’universo, il Senza forma, l’lnfinito. Improvvisamente Devi si rende conto che non sta facendo una domanda riguardante Siva: sta facendo una domanda riguardante l’intero universo. Ora Siva è diventato l’universo intero. Ora tutte le stelle si muovono in lui e l’intero firmamento, l’intero spazio sono circondati da lui. Ora egli è il grande fattore inabissante, ii Grande Avvolgente”.
Karl Jaspers ha definito Dio come “Il Grande Avvolgente”.
Quando le cose diventano senza forma, vertiginose, senza confini, quando ogni cosa penetra nell’altra, quando l’intero universo diviene un’Unità, solo allora l’universo è pieno di meraviglia.
Devi poi continua e passa a chiedere: “Che cosa costituisce il seme? Questo universo senza forma, pieno di meraviglia, da dove viene? Dove ha origine? Oppure non ha origine? Che cos’è il seme? “Chi centra la ruota universale?”
Questa ruota continua muoversi -questo grande mutamento, questo flusso costante: ma chi centra questa ruota? Dov’è l’asse, il centro. il centro immobile?
Non si ferma in attesa di una risposta. Continua a chiedere come se non chiedesse a nessuno, come se parlasse a se stessa. “Che cos’è questa vita al di là della forma, ma che permea le forme? Come possiamo penetrarla a fondo al di sopra dello spazio e del tempo, al di sopra dei nomi e delle descrizioni? Liberami dai dubbi!”.
L’accento non è sulle domande, ma sui dubbi: “Liberami da i miei dubbi”.
Questo è molto significativo. Se si pone una domanda intellettuale, si cerca una risposta definita per risolvere il problema. Ma Devi chiede: “Liberami dai miei dubbi”. In realtà non sta chiedendo risposte, sta chiedendo una trasformazione della sua mente, perchè una mente che dubita rimarrà una mente che dubita , qualsiasi risposta le venga data.
Le risposte non c’entrano. Se v
si dà una risposta a una mente che dubita, questa continuerà a dubitare. Questo perchè le risposte sono inutili.Se ci si domanda: “Chi ha creato il mondo?” E si risponde che A ha create il mondo, allora ci si chiederà chi abbia create A.
Così il problema vero non è come rispondere alle domande, il vero problema è come cambiare la mente che dubita, come creare una mente che non dubiti, oppure che abbia fede.
Perciò Devi chiede: liberami dai miei dubbi”.
Quando si pone una domanda si può farlo per diversi motivi. Si può semplicemente volere una conferma. Si conosce già la risposta, si vuole solo la conferma del fatto che la risposta è giusta. Allora la domanda è falsa, fasulla. Non è una domanda.
Non si è pronti a cambiare si domanda solo per curiosità. La mente continua a domandare, nella mente le domande crescono come foglie su un albero: questa è la natura della mente, LA NATURA STESSA DELLA MENTE: domandare.
Così è stata l’intera storia della filosofia. Bertrand Russel ricorda che quando era bambino pensava che un giorno, quando sarebbe stato abbastanza maturo da capire tutta la filosofia, avrebbe avuto una risposta a tutte le domande. Piu tardi, a ottant’anni, disse: “Ora posso dire che le mie domande stanno li in piedi, come erano in piedi quando ero bambino: nessun’altra domanda è saltata fuori in conseguenza di queste teorie filosofiche· Perciò disse: “Quando ero giovane usavo dire che la filosofia è una ricerca di risposte definitive. Ora non posso più dirlo: e una ricerca di domande senza fine”.
Quindi ogni domanda crea una risposta e molte domande.
II problema è la mente che dubita. Parvati dice: “Non preoccuparti delle mie domande, ho chiesto cosi tante cose: “Qual’è la tua realtà? Che cos’e questo universo pieno di meraviglia? Che cosa costituisce ii seme? Chi centra la ruota universale? Che cos’è la vita oltre la forma? Come possiamo entrare in essa al di sopra dello spazio e del tempo? Ma non preoccuparti delle mie domande. Liberami dai miei dubbi: pongo tali domande perchè esse sono nella mia mente, le domande le ho fatte solo per rivelarti la mia mente, ma non fare troppa attenzione ad esse. In effetti, le risposte non potranno soddisfare i miei bisogni. Ciò di cui ho bisogno e “Liberami dai miei dubbi”. Ma come liberare dai dubbi? Basterà una qualsiasi risposta? C’è forse una risposta che vi libererà dai dubbi? LA MENTE E’ IL DUBBIO! Se la mente non si dissolve, non ci si può liberare dai dubbi.
Siva risponderà: le sue risposte sono tecniche – le tecniche più antiche, più remote. Ma potete chiamarle anche le più moderne, perchè nulla può essere aggiunto a esse: sono complete -112 tecniche.
Includono in sé tutte le possibilità, tutti i modi per pulire la mente. Non un solo metodo potrebbe essere aggiunto ai 112 metodi di Siva.
E questo libro, il Vijnana Bhairava Tantra, ha 5000 anni: nulla vi può essere aggiunto non vi è alcuna possibilità di aggiungere qualcosa. E’ esauriente, completo E’ il più antico, e ciò malgrado il più recente, il più nuovo. Vecchi come le montagne, i metodi sembrano eterni; eppure per la loro freschezza, sono nuovi come gocce di rugiada sotto il sole. Questi 112 metodi di meditazione costituiscono l’ intera scienza per trasformare la mente.
Questi metodi non appartengono a nessuna religione. La scienza non appartiene a razze o religioni, e il Tantra è una scienza. Perciò non è affatto indù. Ecco perchè queste tecniche non accenneranno a nessun rituale religioso; nessun tempio è necessario. L’essere umano di per se stesso è un tempio perfetto. Basta avere audacia nello sperimentare.
Il Tantra non è molto conosciuto,
ed essendo molto difficile da capire è stato spesso frainteso. Il Tantra va al di là della dualità, è amorale. L’uomo capisce la moralità e l’immoralità, ma diventa difficile capire quando qualcosa è amorale. E’ un po’ come una medicina sia che la si dia ad un santo o ad un ladro avrà la stessa efficacia. La medicina nonn può dire questo è un santo lo aiuterò, questo è un ladro lo ucciderò.
La stessa cosa vale per il Tantra, non si chiede chi è la persona che lo approccia. Il Tantra offre delle tecniche scientifiche per trasformare la mente, una volta che la mente sarà diversa anche il carattere sarà diverso.
Il punto estremo a cui mira il Tantra è quello di cambiare talmente la mente da renderla inesistente. A quel punto il mondo potrà essere percepito senza un mediatore, e si potrà incontrare il Reale, perchè nulla, nessun mediatore si frappone tra l’essere umano e il Reale.
I 112 metodi possono aiutare ciascuno a raggiungere il Reale.
Non tutti i metodi possono essere utili, ecco perchè vanno provati fino a quando non si trova quello che può trasformare la propria mente.
L’approccio al metodo dev’essere giocoso, se si è troppo seri la mente è chiusa. Si dovrà provare per 3 giorni. Se si avrà un senso di affinità, benessere, allora sarà il metodo giusto e si dovrà tornare seri. Gli altri metodi potranno essere messi da parte e si dovrà seguire il metodo “scelto” per almeno 3 mesi.
Se provati i 112 metodi non dovesse scattare nulla vorrà dire che non rimare alcun metodo, e si dovrà dimenticare la spiritualità. In verità questo è impossibile perchè il Tantra ha preso in considerazione ogni tipo di mente.
Tratto da “Il libro dei segreti di Osho”